UNA RIFLESSIONE SULLA FORMAZIONE

09 giugno 2022

ANTONIO NUZZO

Il primo allievo che avremo o abbiamo avuto siamo, prima di tutto, “noi stessi”, per questo la formazione personale è essenziale, è l’imprinting, il primo passo che noi possiamo compiere per approfondire questa disciplina antica frutto di un’attento studio e osservazione che gli antichi Rishi hanno sviluppato migliaia di anni fa, ma che ancora oggi si rivela essenziale per l’essere umano contemporaneo.

Nello studio è importante che gli argomenti trattati mantengano l’integrità dell’insegnamento dello yoga, senza nessun “arricchimento” di altre discipline, filosofie o nuove tematiche del movimento “new-age”, lo yoga basta a se stesso, non occorrono sinergie con altre discipline.

La formazione non dovrebbe basarsi unicamente sull’acquisizione di nozioni teoriche, ma orientarsi fondamentalmente su una pratica accurata e personalizzata, nonché sullo sviluppo di riflessione, indagine e confronto.

Lo sviluppo delle facoltà umane ai nostri giorni è fortemente sbilanciato ed è principalmente rappresentato dallo sviluppo di alcune funzioni legate alle facoltà cerebrali (ragionamento, logica, memoria, automatismi ed alcune abilità fisico-ginniche (forza, potenza, tonicità, velocità, equilibrio, elasticità, coordinamento). A queste facoltà andrebbero, con la pratica dello yoga, affiancate altre poco conosciute e solitamente poco apprezzate come la qualità dell’osservazione, dell’accoglienza e dell’ascolto, nutrito dall’innocenza senza movente, dalla tenerezza e dalla duttilità.

Andrebbero inoltre coltivate alcune facoltà fisiche come l’abbandono esteso e flessibile, il rilassamento profondo, il rispetto per il corpo attraverso un rapporto amorevole e non violento sostenuto dalla comprensione e dall’accoglienza.

Una capacità quasi del tutto ignorata è lo sviluppo di una relazione percettiva-sensoriale in una sinergia equilibrata con quella nota ed esageratamente utilizzata come il rapporto con la forma del corpo. Queste ultime facoltà abbinate alle precedenti porterebbero sicuramente ad uno sviluppo più armonioso della propria personalità.

Pertanto, il ruolo prioritario dell'insegnante di yoga è cercare di individuare il profilo da sostenere più adatto ai nostri tempi quale educatore, che sa dare una direzione al pensare, una solidità al sistema nervoso e un equilibrio bio-chimico-energetico nel rispetto dei dettami della tradizione.
L’obiettivo di una formazione in linea con i dettami della tradizione, dovrebbe permettere di comprendere, attraverso la lettura delle antiche scritture e il commento di alcuni testi fondamentali, i principi basilari e tradizionali dello yoga, da vivere durante la pratica; di cercare di penetrare quell’atmosfera interiore, durante la pratica, come naturale continuazione di quella tradizione millenaria di cui lo yoga fa parte; di migliorare e perfezionare la pratica personale sviluppando un maggiore rigore; di individuare il modo migliore per esprimere quell’intervento didattico e pedagogico, che possa offrire un insegnamento efficace ed esaltare proprio quegli obiettivi prioritari sopra descritti; di fornire una formazione estesa e un’abilità nei molteplici aspetti dell’insegnamento.

Il mezzo per raggiungere una formazione adeguata è prima di tutto puntare su una propria comprensione che porterà ad individuare l’intento più vero e profondo; farlo proprio, per poi ricercare una trasformazione interiore fondata su una pratica concreta e rigorosa orientata allo studio, al confronto e allo scambio sulle più importanti tematiche riportate nei testi di riferimento.

Solo allora l’adepto potrà sentire che, insegnare lo yoga, sia soprattutto rappresentato dall’impellente bisogno di informare e condividere con altri ciò che ha sperimentato, realizzato e compreso.
Per far tutto questo è necessario potersi isolare da tutte le interferenze senza distrazioni, praticare, leggere, studiare, riflettere e condividere nello spirito più vero del saṇgha.

All’interno della formazione è necessario avere anche la possibilità di sperimentare e praticare anche in forma residenziale, per poter avere più tempo per praticare e leggere insieme alcuni testi tradizionali, e commentarli non solo riguardo alla pratica di āsana, prāṇāyāma, mudrā, bandha, yantra, ma anche alla luce degli aspetti più significati della vita quotidiana e delle innumerevoli tematiche applicate alla didattica stessa dello yoga.

Un corso di formazione con un’unico insegnante che sia in armonia con l’intento rappresentato dagli antichi testi di riferimento della tradizione e alla luce delle particolari caratteristiche della vita di oggi , permette un’insegnamento omogeneo, “unidirezionale”. L’intento dovrebbe quindi essere quello di offrire una ricerca che possa aiutare a meglio interpretare la vita, per raggiungere la completezza sia come individuo, sia come ricercatore spirituale.

Immagine: Mosè e Khidr presso le acque della vita, folio da una Fālnāma (Book of Omens), safavide Iran, c. 1580

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